Sabato 3 e domenica 4 ottobre, al Teatro dell’Opera dei pupi, andrà in scena Francesco e il sultano, La vita del poverello di Assisi, di Mimmo Cuticchio e Salvo Licata, il primo dei 12 spettacoli del nuovo progetto del puparo Mimmo Cuticchio dal titolo Il sacro nell’Opera dei pupi.
La regia è sempre di Mimmo Cuticchio. Gli interpreti sono: Mimmo, Giacomo, Nino, Tiziana Cuticchio e Tania Giordano. Musiche: pianino a cilindro.
La storia:
Nell’estate del 1219, a 37 anni, Francesco si reca con alcuni compagni a Damiata, in Egitto, nella generosa illusione di poter fermare gli scempi della quinta crociata. Il delegato della Sede Apostolica, cardinale Pelagio Galvan, che guida l’assedio a Damiata, lo tratta come uno sconsiderato. Francesco è convinto che nell’Islam occorre andare con il mano il Vangelo e non con la spada. Pelagio va invece ripetendo che l’Islam va schiacciato proprio con la spada. Francesco gli predice, nel nome di Dio, una vergognosa fuga che si verifica puntualmente il 29 agosto. Nella sua divina ostinazione, si reca nel campo dei Saraceni, deciso ad incontrare il sultano Melek El Kemel, che inutilmente aveva offerto ai cristiani una onorevole proposta di pace. Il sultano apprezzerà profondamente la fede cristiana di Francesco spinta al rischio del martirio.
La vicenda è adattata all’ascolto di alcuni popolani, nella Palermo della prima metà del XIII sec. Funestata da conflitti sociali e repressa da Federico II, impegnato a ristabilire l’autorità imperiale.
Sulla scorta delle fonti, si immagina che due confratelli di Francesco giungano nella zona dell’antico porto di Palermo la sera del 13 settembre del 1224, vigilia del giorno arcano in cui Francesco riceverà le stimmate. Sollecitati dalla curiosità popolare, narrano la vita del Santo. La rappresentazione, oltre a dare un’idea della difusione del francescanesimo in Sicilia, valorizza con il linguaggio delle maschere e quello dei combattenti, le potenzialità espressive dell’opera dei pupi.
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