Sabato 24 novembre alle ore 19:00 inaugura la mostra a cura di Alberto Zanchetta “SPREZZATURA. Homo faber, homo dialecticus”, che resterà aperta sino al 24 dicembre 2012.
Durante una conferenza tenutasi nel 1994, Luciano Fabro così commentava una delle sue opere più famose, L’Italia: «ho preso la sagoma dell’Italia e l’ho appesa all’incontrario. Era una cosa che giocava naturalmente sull’ambivalenza, sull’ambiguità del senso, ecc. Però allora fu più un’immagine buffa, stimolante, neanche ironica perché come ironia non era poi granché. Era un po’ – come dire? – rivoltare il problema». L’opera, realizzata alla fine degli anni sessanta, ebbe un largo seguito anche nelle decadi successive, annoverando tra le versioni più note quella dell’Italia d’oro.
L’aspetto più saliente e seducente dell’Italia d’oro è da ricercarsi nel retro, dove troviamo imbullonate le isole dell’arcipelago italiano. Posto che nell’opera di Fabro la Sardegna e la Sicilia erano state parzialmente “occultate”, l’obiettivo di questa mostra è di all[in]earle su uno stesso asse geografico, sviluppando un sodalizio che preserva pur tuttavia una propria autonomia culturale.
Il progetto è strutturato in due distinti appuntamenti e coinvolgerà gli spazi espositivi del L.E.M. di Sassari e quelli della Zelle di Palermo.
Al L.E.M. saranno esposte soltanto le opere di Fabio Melosu, Chiara Seghene, Stefano Serusi e Carlo Spiga, mentre gli artisti siciliani renderanno disponibile la documentazione riguardante le opere che presenteranno a Palermo. Viceversa, alla Zelle sarà la volta delle installazioni di Giuseppe Lana, Sebastiano Mortellaro, Giovanni Termini e Studio++, cui si affiancheranno i documenti forniti dagli artisti sardi.
I documenti-materiali serviranno a comprendere il processo “naturante” delle opere (termine usato da Fabro per indicare ciò che si sta facendo), mettendo a disposizione del pubblico un corollario d’informazioni, appunti, schizzi, progetti, collage, taccuini, che potrebbero essere integrati con scarti di lavorazione, fotografie e oggetti di varia natura.
Le esposizioni al L.E.M. e a Zelle saranno complementari ma ognuna manterrà una sua identità specifica. Non si tratta quindi di un’unica mostra da riproporre tale e quale a distanza di tempo, bensì di un progetto che prevede approcci diversi e tempistiche differenti.
Come suggerisce il sottotitolo del progetto: lo scopo della mostra è incentrato sul concetto stesso di arte, intesa come “ciò che trasforma” (Homo Faber), e sull’interazione con/tra gli artisti (Homo Dialecticus). Gli artisti sono quindi chiamati a confrontarsi e a interpretare lo spirito critico e solidale di Luciano Fabro; ma anziché connotarsi come un omaggio alla sua figura tutelare, il progetto intende sviluppare, approfondire e rivitalizzare la “lezione” che ci ha lasciato in eredità. I temi sviluppati dagli artisti saranno quindi gli stessi che hanno impegnato la ricerca estetica di Fabro, ossia l’arte come atto di responsabilità, l’ampliamento formale del linguaggio plastico, la definizione dell’esperienza e dell’istanza con gli oggetti, l’inesausta ricombinazione delle forme, e in particolar modo l’esercizio della sprezzatura.
In collaborazion con L.E.M. / Laboratorio Estetica Moderna
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