Come tutti i monopoli, la proprietà intellettuale, cioè il monopolio sui prodotti frutto delle innovazioni, riduce in modo inefficiente la quantità venduta per mantenere alto il prezzo, generando enormi costi sociali. Malgrado ciò, generalmente si pensa che la proprietà intellettuale sia un prezzo da pagare per stimolare l’innovazione. Nel libro, dal titolo (e dalla tesi) provocatoria, ” Abolire la proprietà intellettuale”, gli autori Michele Boldrin e Davide K. Levine mettono in discussione principi dati per acquisiti.
Due le conclusioni assolutamente dirompenti della ricerca degli autori:
1) gli inventori possono riuscire a ottenere grandi profitti dalle loro idee anche senza la protezione di brevetti e malgrado la possibilità di facile imitazione da parte di altre imprese;
2) la proprietà intellettuale danneggia l’innovazione tecnologica e la crescita economica, rendendo più diseguale ed ingiusta la distribuzione del reddito. In epoca di profonda crisi dei modelli tradizionali di sviluppo, sicuramente qualcosa su cui riflettere.
Michele Boldrin presenta il libro “Abolire le proprietà intellettuali” (Laterza).
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