Tra i più antichi culti della città di Palermo la celebrazione della Santuzza Rosalia rimane tra tutti il più suggestivo e acclamato. L’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, in occasione dei festeggiamenti, propone una rassegna divisa in due momenti topici: il festino di S. Rosalia a luglio e la ricorrenza del giorno della Santa a settembre. Un progetto culturale denominato “I capitoli della città di Palermo” incentrato sul recupero delle tradizioni popolari, affidata al cunto di Salvo Piparo che rappresenterà la città in capitoli.
Capitolo V: Mestieri
Come nello stile dei tamburinari-banditori vengono presentate le antiche maestranze, da cui nacquero le confraternite, inesorabilmente falciate dall’avanguardia.
Il Genio di Palermodi Piazza Rivoluzione che al tempo fu Fieravecchia, autentico simbolo della città, del quale gruppi scultorei se ne contano un numero indefinito incastonati dentro i quattro mandamenti, porta una scritta ai piedi: “Palermo divora i suoi figli per nutrire gli stranieri” ecco che le maestranze vennero sacrificate e fatti grassi i lordoni, gli industriali del nord che qui vennero a impiantare fiorenti attività commerciali.
Ma un altro male si nasconde dietro la desertificazione: l’invidia.
All’interno delle maestranze, molti mestieranti cominciarono a farsi le scarpe, anziché essere uniti. Il non voler tramandare l’arte, la scienza e i trucchi del mestiere ai giovani apprendisti fu la serpe in seno che sentenziò l’inizio della finedei maestri.
Sono previste più repliche ogni sera.
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