Tra i più antichi culti della città di Palermo la celebrazione della Santuzza Rosalia rimane tra tutti il più suggestivo e acclamato. L’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, in occasione dei festeggiamenti, propone una rassegna divisa in due momenti topici: il festino di S. Rosalia a luglio e la ricorrenza del giorno della Santa a settembre. Un progetto culturale denominato “I capitoli della città di Palermo” incentrato sul recupero delle tradizioni popolari, affidata al cunto di Salvo Piparo che rappresenterà la città in capitoli.
Capitolo I: Santa Rosalia
La leggenda di Rosalia Sinibaldi, comincia al tempo dei Normanni, al tempo di Re Ruggero e del principe di Mazara, Baldovino, valente spadaccino. La leggenda si tesse al sentimento popolare, fin dentro la storia e le viscere maleodoranti della città-vecchia, quando secoli dopo, arrivò la peste; in quell’anno del Signore molti popolani cominciarono a invocare le più lacrimose madonne della città, le altissime del cielo, ma nell’anno di grazia 1624, al terribile morbo trionfò Rosalia, sepolta in quel sacro monte che venne definito dal Ghoete il piu’ bel promontorio: “il Pellegrino”. Vuole tradizione antica, che i devoti percorrendo la “Scala Vecchia” giungano dinnanzi a magnifiche arcate, colonne tortili, alabastro barocco, angeli, acque santiere, in omaggio alla regale vergine patrona, distesa e ricoperta di gemme e di oro tra le roccie nere e gli ex-voto d’argento. Le narrazioni e i canti interpretati da Costanza Licata e Rosemari Enea (pianoforte) sono tratti dal “Trionfo di Rosalia” di Salvo Licata, summa di vecchi canovacci settecenteschi e della tradizione orale dei trionfisti orbi. La tecnica narrativa è un personalissimo cunto di Salvo Piparo, ritmato a mani nude, a rievocare i fuochi maschi del giochi pirotecnici.
Sono previste più repliche ogni sera.
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