Quali bisogno hanno i bambini e che cosa è importante per loro? Una mostra fotografica sui diritti dei bambini che cosa può raccontare e rivelare?
Queste sono le due domande con le quali vogliamo introdurvi alla mostra “Enfance” – Il Tempo dei diritti, che inaugura alla GAM – Galleria d’arte moderna di Palermo mercoledì 18 novembre alle ore 16:00.
La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1990 ha un carattere vincolante: ciò significa che ogni Paese firmatario è obbligato ad attuare e far rispettare i diritti enunciati. “È come quando fai una promessa a qualcuno: se l’intendi seriamente, farai di tutto per mantenerla”. Dal 1990 ad oggi i Paesi firmatari hanno perciò orientato le loro azioni verso l’applicazione della Convenzione. Il tempo trascorso dal 1990 ad oggi è allora il tempo dell’impegno, della concretizzazione, della attualizzazione di quei diritti riconosciuti ai bambini rispetto a quanto espresso dagli articoli della Convenzione. 25 anni dalla stesura: 194 i paesi firmatari.
Le fotografie di Francesco Lo Presti documentano la situazione dei diritti dei bambini in alcuni dei paesi firmatari della Convenzione.
La lettura degli articoli della Convenzione ci ha svelato anche un altro uso del tempo, quello grammaticale. Secondo quest’analisi linguistica, tutti gli articoli della Convenzione si possono suddividere in tre modi: quello del tempo presente; del tempo infinito, e quello del tempo participio. Il resto delle fotografie in mostra è nato da questa suggestione linguistica.
Le foto di Luisella Daina hanno voluto mostrare del tempo infinito l’articolo 12 I bambini possono esprimere ciò che pensano.
Le foto di Rosanna Deleo hanno voluto mostrare del tempo presente l’articolo 31 I bambini hanno bisogno di tempo libero.
Le foto di Patrizia hanno voluto mostrare del tempo infinito l’articolo 10 I bambini devono poter vivere insieme ai loro genitori.
Le foto di Alberto Gandolfo hanno voluto mostrare del tempo presente l’articolo 8 Ogni bambino ha la sua identità.
Sono immagini positive quindi, tranne le foto di Giuseppe Calafiore che mostrano il risvolto dei diritti negati.
Tutto il percorso osserva e registra eventi che non avrebbero altrimenti testimoni, tutte riportano direttamente alla circostanza, alla situazione. Sono fotografie che ci invitano a “rimetterle a posto”, a ritrovare il contesto di quell’esperienza sociale. Sono fotografie del tempo della memoria: come un’impronta trattengono una traccia del reale che è però (tempo) passato. Una successione di immagini a memoria del cammino percorso dal diritto.
Ma “la fotografia è, anche, la profezia di una memoria umana, sociale e politica non ancora realizzata” (John Berger, Capire una fotografia)”. Le immagini ritratte non vogliono certamente dimenticare questa possibilità di essere: quella di proporre sempre una prospettiva da sviluppare. Allora, questa mostra vuole essere una profezia sul diritto dei bambini, termine che ha a che fare con una dimensione divinatoria, premonitrice. Le fotografia di Giuseppe Tornetta chiudono la mostra e lasciano aperta la prospettiva da percorrere (tempo futuro).
La mostra è presente all’interno della rassegna Prima le donne e i bambini e le bambine a cura di Patrizia Opipari per il Progetto GAM bene comune.
Si tratta di una esposizione collettiva curata dal gruppo Fotobottega dei Credenzieri con la collaborazione di Palermofoto.
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