Questo pomeriggio, alle ore 18:00, Giovanni Lami a Dimora OZ.
Il nastro magnetico come substrato ultimo per superfici di suono ruvide, sporche, indefinite.
Un registratore a bobina, un mixer, due microfoni utilizzati direttamente sul nastro e sulla macchina, pochissimi campioni.
Un lavoro statico ma in continuo divenire, all’interno del quale differenti livelli polverosi di suono (il nastro stesso è un qualcosa che concretamente rimanda alla polvere, alla memoria e alla degradazione, con il supporto magnetico che tende a rilasciare e accumulare residui) si avvicenderanno e interagiranno l’uno con l’altro per dar origine ad una narrazione su più livelli del materiale sonoro presentato.
Tag: