Questa sera al Teatro Jolly, in prima assoluta in Italia, Hugh Coltman, con il concerto Shadows – Songs of Nat King Cole.
Shadows – Songs of Nat King Cole è un progetto che Coltman maturava già da diversi anni.
Il debutto della carriera di Hugh Coltman e il suo percorso musicale lo portano lontano dalla sfera del jazz. Da più di 20 anni si dedica infatti ad un progetto blues The Hoax, con il quale continua ad esibirsi, e pubblica in parallelo degli album in solo dal sapore decisamente Pop con Mercury (Stories From The Safe House del 2008 e Zero Killed del 2012), che fanno scoprire questo cantante inglese, parigino d’adozione, ad un pubblico che viene sedotto dalla sua voce unica, potente e roca e dalla sua musica pop-folk sensibile e dolce.
Sul palco:
– Hugh Coltman (voce)
– Thomas Naim (chitarra)
– Paul Lay (pianoforte)
– Fabien Marcoz (contrabbasso)
– Raphael Chassin (batteria).
È un incontro con Eric Legnini in occasione del programma «One Shot Not» che lo fa entrare a capofitto nell’universo jazz. Eric lo invita, infatti, a rimpiazzare Krystle Warren per il tour del suo progetto The Vox nel 2012. Un periodo chiave nell’elaborazione di questo progetto intorno alla figura di Nat King Cole: Hugh Coltman trova subito il modo di esprimere tutto il suo talento in questo stile musicale sebbene ne conosca solo nomi di riferimento e leggende. Una forma di emancipazione dalla scena, in qualche modo, che fa nascere l’idea di un progetto costruito su un repertorio jazz. Tanto più che intorno a lui sembra regnare un alone d’evidenza e tutti continuano a chiedergli “a quando un progetto jazz tutto tuo?”.
La figura di Nat King Cole s’impone rapidamente all’attenzione di Hugh Coltman che s’interroga sul quotidiano di un musicista americano nero a cavallo degli anni Quaranta, epoca in cui regnava la segregazione e gli artisti neri dovevano entrare in sala dalla porta di servizio. Un quotidiano che sembra essere agli antipodi da ciò che ci ha lasciato questo cantante unico, il primo afro-americano a condurre uno show televisivo, con quel suo sorriso scolpito nella pietra.
L’intenzione di Hugh è stata dunque quella di rivelare le “ombre”, di rado o mai percettibili nelle scelte artistiche di Cole. La selezione dei brani di Shadows, la produzione e le performance vocali di Hugh, ben piantate nella sua passione per il blues, offrono all’insieme un’aurea di tensione, talvolta quasi di malessere.
Shadows, Songs of Nate King Cole è anche un omaggio alla propria madre… attraverso la musica.
I biglietti sono acquistabili anche online al costo di 15,00 € inclusi diritti di prevendita sul sito di Tick’s.
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