Alla sua quarta stagione di vita, il Loretta Strong di Phoebe Zeitgeist atterra con la sua navicella spaziale al Teatro Garibaldi Aperto di Palermo: Loretta Strong di Copi.
Regia: Giuseppe Isgrò
Interpreti: Margherita Ortolani
Suono e musiche originali: Giovanni Isgrò
Scena e costume: Olga Durdevic
Luci: Giuseppe Isgrò, Giuseppe Marzoli
Dramaturg: Francesca Marianna Consonni
Immagine: Giovanni De Francesco
Loretta Strong è sola sulla sua astronave: un triangolo argentato.
“La terra è esplosa”, resta solo la rappresentazione, l’immanenza tragicomica del corpo dell’attore, della sua voce, del suo delirio isterico-onirico.
Loretta evoca altri colleghi astronauti, la sua amica Linda, extraterrestri e animali d’ogni genere. I topi che in realtà sono pipistrelli, i quali a loro volta sono pappagalli o magari venusiani o uomini scimmia della stella polare. O sono gli spettatori? Gli addetti ai lavori? Loretta non esiste: esplode e si “rimette assieme da sola” – “sarà divertente rincollare tutte queste dita”. Loretta è in quanto si esibisce. Non può uscire dalla sua gabbia scenica. Loretta è percossa da interferenze, suoni elettronici, applausi da stadio, versi mostruosi di animali o di neonati di altri pianeti. Tutto è nella sua testa delirante, testa di drogata, di visionaria, di transessuale – di attrice?
Si è scelto quindi di evitare ogni oggetto scenico, legato all’immaginario che questo testo ha spesso scatenato: pupazzi, tazze del water, frigoriferi, mitragliatrici spaziali… in scena Loretta è realmente sola.
Loretta Strong è un’allegoria della solitudine dell’attore; la follia e l’assurdità del suo stare in scena per poi uscirne, il suo essere instabile e spaventato. Copi affronta senza troppo esplicitarlo (soprattutto se lo si confronta con altri autori dell’assurdo) queste tematiche fondamentali, le affronta con un’ironia indomita e corrosiva, con anarchica spregiudicatezza. Loretta è “una terrestre” orgogliosamente umana, è “l’ultima sopravvissuta”, il suo spazio scenico è mentale, la sua navicella trasporta un’invincibile furia immaginativa: “l’oro” che Loretta sta tentando di trasportare su altri pianeti, per seminarlo, coltivarlo, farlo esplodere!
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